Il ritorno a casa dopo un anno: emozione allo stato puro.
Mancano ormai pochi giorni al mio rientro in Italia dopo un anno intero. Sono emozionato come non lo sono mai stato da quando vivo qua alla Isla Margarita. Sono emozionato e felice per poter riabbracciare i miei figli dopo mesi che sono sembrati secoli, emozionato per rivedere alcuni amici, emozionato per poter respirare l'aria della mia terra.
La mia terra così bistrattata nei social network, una terra ferita e invasa da gente e tradizioni che non sono le nostre, una terra che amo come poche cose al mondo ma che nei racconti quotidiani di clienti che vengono nel mondo di Italcaribe Club è un malato allo stato terminale.
Non ci credo, non voglio crederci e spero di tornare alla Isla con un amore ancora più profondo ed una nostalgia ancora più canaglia.
Vivere quest'anno qua, dall'altra parte del mondo, è stato un universo di sensazioni contrastanti, un oceano di emozioni e una costante fonte di energia per mille cose che giornalmente ci troviamo a pensare, affrontare, realizzare o semplicemente cercare di soluzionare; una vita piena, senza tempo di pensare molto travolti da momenti che si rincorrono con una velocità paradossale vista la comune idea del ritmo cadenzato che abbiamo tutti pensando alla vita caraibica. Ma le nostre radici sono diverse dalle loro per cui dove loro finiscono di pensare noi cominciamo, dove per loro finisce la giornata di lavoro per noi comincia il secondo tempo, dove mentre loro rispondono '' ci pensiamo domani'' noi istintivamente cerchiamo una soluzione immediata per non perdere tempo prezioso per crescere e migliorare. E poi il nostro cibo, il nostro modo di pensare a concetti come Famiglia, Dio, Rispetto, Lavoro: concetti che dovrebbero essere universali e quindi uguali per tutti ma così maledettamente diversi se una persona ha avuto l'onore e l'onere di essere nata nella terra di Roma.
E' stato un anno pieno di soddisfazioni a livello professionale, Italcaribe Club cresce e si struttura ogni giorno in maniera migliore, abbiamo allargato il nostro raggio di azione ad altri paesi sud americani, con immensa soddisfazione abbiamo ricevuto attestati di stima e di amicizia rari quando si parla di lavoro in comune, ci siamo ritagliati una nicchia di mercato importante per la giovane età della nostra azienda.
Personalmente ho stretto una amicizia profonda, indissolubile e leale con persone che non conoscevo e che oggi fanno parte del mio quotidiano come io del loro, italiani che sono qua ad occuparsi di altre cose o che lavorano con me ma comunque prima di tutto amici che aiutano nelle piccole difficoltà del vivere in una terra che comunque non è la tua e con i quali condividere la vita è comunque bellissimo e gratificante.
Sembra ieri che salivo su quell'aereo a Fiumicino felice di tornare a Margarita dopo quindici giorni passati in giro per l'Europa; nel mezzo c'è stato una Pasqua, un'estate, un Natale ancora sempre con il solito ritornello nella testa che faceva da contraltare alla vocina che si affacciava prepotente dentro di me e che mi ricordava momenti vissuti nella terra dove sono nato. Adesso ci siamo : siamo arrivati al momento del primo caffè in vetro all'arrivo come un rituale magico, al cielo di Roma, alla mia lingua, a strade che non sono mulattiere, alla sensazione che ho sempre odiato del freddo che ti fa vibrare le viscere, al treno che qua non esiste, a una vista che solo non vivendola si ama profondamente e a tutto il resto compreso un assurdo costo di qualsiasi cosa che mi farà sobbalzare ogni volta, ormai abituato ai prezzi del Venezuela, all'arrivo a casa, all'abbraccio con Daddi e Mimma che sarà come sempre un momento di eternità, alla nostra prima cena insieme dopo tanto tempo.
Che Italia troverò? Non lo so ma fatemi vivere con la speranza di trovarla ancora una volta meravigliosa ed unica.
Così sono certo sarà.
La mia terra così bistrattata nei social network, una terra ferita e invasa da gente e tradizioni che non sono le nostre, una terra che amo come poche cose al mondo ma che nei racconti quotidiani di clienti che vengono nel mondo di Italcaribe Club è un malato allo stato terminale.
Non ci credo, non voglio crederci e spero di tornare alla Isla con un amore ancora più profondo ed una nostalgia ancora più canaglia.
Vivere quest'anno qua, dall'altra parte del mondo, è stato un universo di sensazioni contrastanti, un oceano di emozioni e una costante fonte di energia per mille cose che giornalmente ci troviamo a pensare, affrontare, realizzare o semplicemente cercare di soluzionare; una vita piena, senza tempo di pensare molto travolti da momenti che si rincorrono con una velocità paradossale vista la comune idea del ritmo cadenzato che abbiamo tutti pensando alla vita caraibica. Ma le nostre radici sono diverse dalle loro per cui dove loro finiscono di pensare noi cominciamo, dove per loro finisce la giornata di lavoro per noi comincia il secondo tempo, dove mentre loro rispondono '' ci pensiamo domani'' noi istintivamente cerchiamo una soluzione immediata per non perdere tempo prezioso per crescere e migliorare. E poi il nostro cibo, il nostro modo di pensare a concetti come Famiglia, Dio, Rispetto, Lavoro: concetti che dovrebbero essere universali e quindi uguali per tutti ma così maledettamente diversi se una persona ha avuto l'onore e l'onere di essere nata nella terra di Roma.
E' stato un anno pieno di soddisfazioni a livello professionale, Italcaribe Club cresce e si struttura ogni giorno in maniera migliore, abbiamo allargato il nostro raggio di azione ad altri paesi sud americani, con immensa soddisfazione abbiamo ricevuto attestati di stima e di amicizia rari quando si parla di lavoro in comune, ci siamo ritagliati una nicchia di mercato importante per la giovane età della nostra azienda.
Personalmente ho stretto una amicizia profonda, indissolubile e leale con persone che non conoscevo e che oggi fanno parte del mio quotidiano come io del loro, italiani che sono qua ad occuparsi di altre cose o che lavorano con me ma comunque prima di tutto amici che aiutano nelle piccole difficoltà del vivere in una terra che comunque non è la tua e con i quali condividere la vita è comunque bellissimo e gratificante.
Sembra ieri che salivo su quell'aereo a Fiumicino felice di tornare a Margarita dopo quindici giorni passati in giro per l'Europa; nel mezzo c'è stato una Pasqua, un'estate, un Natale ancora sempre con il solito ritornello nella testa che faceva da contraltare alla vocina che si affacciava prepotente dentro di me e che mi ricordava momenti vissuti nella terra dove sono nato. Adesso ci siamo : siamo arrivati al momento del primo caffè in vetro all'arrivo come un rituale magico, al cielo di Roma, alla mia lingua, a strade che non sono mulattiere, alla sensazione che ho sempre odiato del freddo che ti fa vibrare le viscere, al treno che qua non esiste, a una vista che solo non vivendola si ama profondamente e a tutto il resto compreso un assurdo costo di qualsiasi cosa che mi farà sobbalzare ogni volta, ormai abituato ai prezzi del Venezuela, all'arrivo a casa, all'abbraccio con Daddi e Mimma che sarà come sempre un momento di eternità, alla nostra prima cena insieme dopo tanto tempo.
Che Italia troverò? Non lo so ma fatemi vivere con la speranza di trovarla ancora una volta meravigliosa ed unica.
Così sono certo sarà.
Grandi parole!
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