Asì bailan los pobres: una domenica diversa nell'Isla


Una domenica decisamente diversa, una domenica cominciata molto presto; erano appena le sette quando mi sono alzato, il sole già alto e una strana sensazione dentro, una sensazione come se avessi un appuntamento con qualcuno o qualcosa,ma che non riuscivo a mettere a fuoco. Come spesso mi succede la domenica mattina vado a Messa e il parroco parla di infermi, indigenti, di sfortunati; in poche parole degli ultimi, quelli che secondo la nostra Fede saranno i primi.
Torno a casa e la sensazione dell'appuntamento che non ricordavo era ancora là presente; ripensavo al sermone del parroco e mi sono girato verso la mia compagna chiedendo:''amore mi porti al mare dove vanno quelli del barrio?'' la sua reazione è stata abbastanza prevedibile:''estas loco????? è pericoloso, sai che se anche ti mascheri da pirata si vede che sei straniero. Lascia stare''. Dopo mille insistenze ce la faccio a convincerla anche se non del tutto: ''andiamo a Parguito non nella parte turistica ma ìn quella dove va la gente di qua; lì puoi trovare quello che cerchi.''

Sono emozionato ma tranquillissimo, la gente del popolo non tradisce mai, non è una cosa che sembra un'altra, è semplicemente sé stessa, prendere o lasciare. Abbiamo trascorso una giornata meravigliosa, piena di colori, musica,cibo e bevande semplici, Ho visto persone che non hanno niente e che ringraziano Dio del niente che hanno,gente che con un empanada fà festa, gente che beve cerveza e balla a cielo aperto, balla a cielo aperto e beve cerveza.Peccato non potervi far sentire profumi e suoni....tutto ha un sapore completamente diverso.....

 E tutti ridono felici, spensierati.giocano con il sole e con la musica, si abbracciano, si baciano pur sapendo che la loro realtà è fatta di niente, di case fatiscenti e di pensieri su come mettere insieme il pranzo con la cena. Ma quei corpi che si muovono a ritmo di musica, quei corpi che riflettono la luce del sole come solo l'ebano può fare, quelle risate così vere e senza etichetta sono scolpite nella mia mente e nel mio cuore.

Il timore di queste persone è scomparso in un attimo, non mi sono avvicinato a loro cercando di comprare la loro attenzione come spesso fanno gli stranieri qua ma ho chiesto permesso di assistere al loro modo di vivere perchè potevano insegnarmi cose che a noi europei ci sono sconosciute: le piccole verità delle cose, di un abbraccio, di un ballo senza secondi fini.
Ho capito ancora una volta che questa isola non è pericolosa come i mass media raccontano e che l'unico pericolo viene fuori frequentando l'ambiente del vizio e della prostituzione che spesso è controllato proprio da europei.

Siamo tornati a casa con la luce della lune piena che ci ha accompagnato fino all'ultimo istante in cui siamo stati sul mare con questo popolo: il popolo degli ultimi, dei poveri, dei veri! Che Dio benedica questa terra!




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