Immagini di Isla Margarita: ogni fotografia una storia. La storia di gente comune.




Leggere una frase sulla fotografia di un grande fotografo americano, Neil Leifer, e pensare alla realtà che mi circonda quotidianamente: un'associazione di idee che mi ha dato uno spunto per un esperimento nuovo da fare nel nostro blog; raccontare una piccola storia per ogni nuova foto, magari un solo pensiero, il primo che mi viene alla mente e per questo sicuramente il più vero.

La frase letta era questa: '' La fotografia non mostra la realtà, mostra l'idea che se ne ha.''

Le foto di gente comune, di persone in situazioni assolutamente quotidiane, di momenti, magari ripetitivi, di una vita intera; di bambini, donne ed  uomini che vivono alla Isla Margarita così dove e come io vivo. Ed ognuno possiede la sua realtà, che a qualcuno sembra una e a qualcun'altro l'esatto opposto. Appunto come diceva Leifer : la fotografia mostra l'idea della realtà di proprietà intellettuale ed emozionale di chi la sta osservando.

Cominciamo quindi questo esperimento con foto di gente comune e proviamo a raccontarvele con ''l'idea della realtà '' che è nostra, che è mia. Naturalmente vorrei fosse ben presente che non intendo assolutamente generalizzare, non tutte sono leggi inconfutabili nè verità assolute, solo uno sguardo sulle realtà che incontriamo quotidianamente in alcune circostanze. 


Hermanos
Fratelli, una parola che qua è spesso usata con mille significati: si ringrazia dando del fratello a chi mai hai conosciuto prima, si chiede un favore, si chiede permesso, si minaccia, si cerca un modo di entrare in confidenza, si sprona all'impresa, si prova persino a fare affari con la parola hermano.
Nella mia realtà qua essere hermanos vuol dire essenzialmente farsi carico, con tutto l'amore possibile, di un fratello di sangue, non importa se di padre o madre diversa, non importa se con vite che si incrociano e si abbandonano poi per decenni, ma ogni santo giorno fratelli maggiori che fanno da genitore a fratelli più piccoli è la realtà. Lo fanno diventando genitori prima di esserlo, lo fanno con mille sbagli e distrazioni ma lo fanno perchè lo sentono come missione. I genitori, quando ci sono ( spesso la mamma è sola e deve lavorare) sono sostituiti dalla presenza costante dell'hermano o hermana maggiore, la persona che c'è sempre.



Niños
 Venezuela repubblica sovrana, inno cantato in qualsiasi occasione, a cominciare dalle scuole elementari ogni mattina a finire a ogni manifestazione sportiva. E i bambini che crescono sapendo di appartenere al ''bravo pueblo'' e che li ha liberati dal giogo spagnolo l'hermano Simon Bolivar. Un poco fuori dal tempo non credete? La cultura è conoscimento delle diverse opinioni non uno sterile ritornello fine a se stesso. Va benissimo conoscere l'inno, per carità, ma non solo quello di tutta quanta la storia universale.



Heladero feliz
 La felicità. Questo è un popolo che può rinunciare e rinuncia a tutto senza batter ciglio ma non toccate la loro idea di felicità perchè avrete dei nemici. La felicità, almeno quella come loro la intendono, quella del '' dia por dia'' o quella del ''mañana'', è elemento essenziale del venezuelano di qualsiasi età o sesso. L'importante è ridere, essere felici e non pensarci; a tal punto che anche il Presidente nomina il giorno della felicità e in ogni suo discorso parla di popolo felice. E' un sentimento contagioso e non superficiale. Se ci pensate vivere felici è difficilissimo, un'impresa. Per ogni buon venezuelano la cosa più naturale del mondo. Se non hai una soluzione al problema vuol dire che il problema non esiste ....e ti guardano con l'espressione che ha questo signore in foto. Facile no?




Atardecer



Il tramonto. Il momento in cui il sole lascia spazio all'arancione e al rosa l'isola diventa fatata. Il cambio si nota, si respira, anche i profumi diventano altri sul mare e non. E la gente comincia a vivere. Come? Sì come in ogni paese tropicale quando cala il sole cala il calore ( anche se qua davvero di pochissimo) e tutto prende vita. Colori, parole, musica sono diversi come diverso è l'animo delle persone. Da provare, raccontarlo non è semplice.



Kiosquero por la Plaza
L'informazione. E quando si parla di informazione si parla di esperienza; esperienza del vissuto che si nota in ogni ruga della pelle, in modi signorili ed educati, di altri tempi. Non esistono chioschi di vendita riviste con immagini erotiche in bella mostra, e neanche con allegati di vario genere. Informazione è una cosa seria. E questi opposti con il mondo reale te lo fanno notare ancora di più. In un paese dove tutto o quasi è permesso quello ''non sta bene!'' e quindi non si fa.




Mujeres

La donna venezuelana: un pianeta da scoprire. Forte, decisa, vero motore trainante dell'economia familiare. Spesso madre e padre al tempo stesso. Preferisco discutere con un uomo che sicuramente con la più pacifica delle donne venezuelane. Un leone. Che come tutti i leoni è innamorato della sua ''criniera''. Capelli, unghie, trucco, seno, forma fisica, rughe da cancellare, cellulite da nascondere, abbigliamento, scarpe e gioielli. Tutto deve essere in ordine, in un ordine perfetto. Si va al mare solo se i piedi sono passati dal pedicure, si va al centro commerciale solo se trucco e parrucco lo permettono o se l' abbigliamento è quello giusto, in discoteca sì ma solo ''entaconada'' con un tacco che da vertigini a guardarlo nell'armadio figurati ad indossarlo.
E un mostrare che spesso da poco spazio all'immaginazione. Mostrare magari un seno, nell'80% dei casi rifatto; e sapete quando? al compimento del diciottesimo compleanno ( se non prima) chiesto come regalo ai genitori. Creature donate di dolcezza naturale che amano sentirsi bellissime e farsi ammirare. Notare la scollatura della damigella nella foto accanto.



Leones de Caracas
Lo sguardo. La dignità. La storia.
Lo sguardo di chi troppe volte nella vita si è sentito giudicato per l'abito, la dignità di guardarti sempre fisso negli occhi, la storia di un popolo sempre diviso tra ricchi e poveri.
Mille cose da notare in questa foto che davvero ci vorrebbe un libro per descriverle tutte ma quello sguardo è unico, e presente in tutti quelli che , avendo una certa età, le hanno viste passare di ogni colore. Hanno creduto di essere schiavi del borghese e lo hanno accettato, hanno creduto di essere liberi e liberati dal Comandante e ne hanno goduto privilegi e ideologia, sono arrivati a non capirci più niente e sperare che le cose possono migliorare per figli e nipoti. Sono le persone che hanno più rancore e diffidenza nei confronti di noi stranieri ma sono assolutamente i più veri e quelli da cui imparare qualcosa. Chapeau!






No cara, solo alma
 La musica. Quella vera non quella fatta al computer. Il venezuelano si emoziona anche solo a vedere uno strumento musicale e quando suona non ha importanza chi suona, da dove viene o se è bravo o no, l'importante è che suona ed è vicino a Dio. Le dita agili, l'eleganza nel portamento, la cultura della tradizione sono sempre parte attiva di chiunque ''toca'' uno strumento e della sua anima. Ed il suo momento diventa per forza il tuo. Sei rapito dai suoni anche se magari non è il tipo di musica che ti piace, ma quella sapienza e quella sensibilità così vera ti portano a vivere il momento. Per forza!



 Il vecchio e il mare. Non voglio dire niente, questa immagine parla da sola, parla di : serenità, sacrificio, amore per il mare, sopravvivenza, tradizione, dignità, calore, sapienza e così via. La mia preferita. E come sempre senza filtro di colori che ne rubano l'anima.








Domino
 Il domino. Il gioco dei venezuelani almeno quanto lo è la scopa per noi. Viuzze di paesi o vie di metropoli non possono prescindere da un gioco tanto semplice quanto antico ma che per questo popolo è il gioco per eccellenza. E si gioca fumando come turchi e bevendo birra come fosse acqua. E dovunque. Le zampe del tavolino sono le loro gambe se non c'è di meglio. Fissazione.






Camioneta
 Trasporti pubblici. Fatiscenti, senza orari prestabiliti, senza fermate, senza organizzazione. La camioneta come la chiamano qua è un mezzo privato guidato dal proprietario che fa la rotta che più o meno decide di volta in volta, si ferma quando un utente alza il braccio in mezzo alla strada o fischia più forte. Altre linee (!) si fermano in mezzo alla strada e ripartono solo quando il pulman è pieno creando file incredibili. Fantascienza!





Empanada
 Mangiare in Venezuela. Altri ritmi, altre regole, altri sapori. Io dico sempre che la differenza tra la nostra cucina e la loro e il nostro modo di mangiare ed il loro è essenzialmente una: noi mangiamo, loro si levano la fame. Cosa intendo con questo? semplice. Per noi il mangiare è un rito, un momento irrinunciabile delle nostre giornate. Anche se le abitudini e gli orari sono cambiati molto per noi mangiare vuol dire sedersi intorno ad un tavolo apparecchiato, usare piatti diversi per pietanze diverse, scegliere sapori e abbinamenti con il vino adatto, passare almeno una ora a tavola con la calma e la tranquillità necessaria ad un rito tanto antico quanto importante. Per il venezuelano medio mangiare vuol dire molto spesso un copritavola di plastica ( tipo quello che noi usiamo a colazione per intendersi), un piatto unico consumato all'ora di pranzo con riso o pasta carne o pesce e insalata condita con maionese o platano fritto. La sera uno spuntino leggero con l'amata arepa di mais ripiena di prosciutto, formaggio o uova o carne. Il bere è coca cola, birra, acqua e spesso whisky. Ma il vero spettacolo è veder fare colazione. Avete presente cappuccino e brioches? Bene dimenticare velocemente. Qua colazione si fa con empanadas ( una sorta di sofficino fritto ripeno di carne o pesce ) con cachitos ( un cornetto salato con prosciutto e formaggio) o con arepa ( una specie di piadina ripiena fatta con farina di mais) .Tutto con caffe all'americana e squisite spremute di frutta fresca. Abitudini diversi, sapori diversi, tempi diversi.


Alla prossima e ricordate ogni foto una storia ... quella che sentiamo dentro.

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